domenica 30 settembre 2012

Dalla Cervogia alla Ale: breve viaggio nella birra medievale


Im Leben ward ich Gambrinus genannt,
König zu Flandern und Brabant.
Ich hab aus Gersten Malz gemacht
und Bierbrauen zuerst erdacht.
Drum können die Brauer sagen,
daß sie einen König zum Meister haben.

(In vita Gambrino fui chiamato / re delle Fiandre e del Bramante / dall'orzo il malto ho creato / e per primo l'arte di far la birra ho inventato / ecco perchè i birrai dire potranno  / che per maestro un Re lor hanno )

Questi versi sono tratti da una ballata popolare tedesca che narra di Gambrinus, mitico re germanico, inventore della birra, e ci dicono già molto del rapporto tra i tedeschi e la loro amata bevanda bionda.
Grato per il dono della birra il popolo germanico pensò  addirittura di santificare il leggendario Re,  e per i posteri divenne Sanktus Gambrinus. In effetti vi sono molti dubbi circa la reale esistenza di questo sovrano, e persino la sua presunta data di nascita ci è ignota. Secondo la leggenda, sarebbe un contemporaneo di Carlomagno, ma ciò che importa è che sarebbe proprio lui l' inventore della birra .


La storia ufficiale però segue ben altre strade:  birra era  infatti nota già ai tempi di Tacito, il quale descriveva con ribrezzo i guerrieri Galli che bevevano enormi quantità di quella bevanda, definito dal Romano "barbaro vino di orzo", soprattutto quando li vedeva poi sdraiati su pelli d'orso, fino ad ubriacarsi indecentemente.    Precedentemente però già Catone e Plinio il Vecchio avevano descritto la cervogia, definendola una sorta di bevanda nazionale germanica.
   Gambrinus resta comunque una figura leggendaria per la Germania, una sorta di San Nicola pagano, che invece di dispensare doni ai bambini, porta la birra ai suoi connazionali. 

    Nel corso del medioevo in Germania  si perfezionerà l'arte di preparare la birra: la bevanda diventa velocemente un elemento basilare anche nella dieta monastica, e le prime birrerie artigianali sono proprio legate ai monasteri benedettini, e proprio tra le mura monastiche si inizia a conservare la bevanda in un recipiente di rame al posto del coccio, per  conferire alla birra migliori caratteristiche organolettiche.

    
La birra viene ancora aromatizzata con rosmarino, ginepro, ed altre spezie, e soltanto dal 1270 in poi si inizia ad utilizzare il luppolo di cui se ne scopre l’ottimo connubio con il malto d'orzo. Ogni produttore comunque si regola in materia come vuole, secondo il gusto personale o la convenienza economica (il luppolo era troppo costoso a quei tempi) e quindi il gusto della bevanda resta "anarchico" per lungo tempo.

Solo nel 1516, il celebre editto di Guglielmo IV di Bavaria porterà una precisa regolamentazione circa la corretta preparazione della birra, come prescritto nel "Reinhetsgebot", letteralmente "legge della purezza".
Qui si stabilisce che: "....d'ora in avanti nelle nostre città, mercati e paesi, non sia usata o venduta alcuna birra con altri ingredienti che non siano solo luppolo, malto d'orzo e acqua....." e si stabiliscono pesanti sanzioni per i contravventori.
   
I controlli contro la contraffazione della bevanda erano molto rigorosi: i Notai venivano mandati nei vari luoghi di produzione, o nelle Gasthaus dove la birra veniva commercializzata, per verificarne la purezza: spesso il notaio versava  una pinta di birra su una panca di legno e vi faceva sedere il mastro birraio (Braumeister) che l'aveva prodotta. Se, asciugandosi, i calzoni di cuoio non rimanevano attaccati alla panca, allora la birra era genuina e non succedeva nulla. Se invece le brache rimanevano attaccate al legno significava  che la birra era stata aromatizzata con altri materiali, tra cui la resina, ed allora cominciavano i guai! 


Il malcapitato veniva immerso in un pentolone della sua stessa birra, con grossi pezzi di ghiaccio, e l'imbroglione si beccava come minimo una polmonite, ma se il pentolone era pieno di birra bollente, il rischio era quello di morire lessati...

Anche nella antica Britannia si preparava birra di orzo, aromatizzata con rosmarino e verbena,  ed i conquistatori Romani la bevevano volentieri, una volta che le scorte del loro vino si erano trasformate in un imbevibile aceto... 
I britanni che volevano vendere la propria birra piantavano davanti alle loro case un palo con dell'edera, per segnalare che erano disponibili al commercio.
Anche in Inghilterra la birra veniva prodotta e bevuta in grandissime quantità, ma il popolo beveva birra pura solo nelle grandi occasioni; per il resto dell'anno doveva accontentarsi di una birra leggera, ricavata dagli scarti dell'orzo. In ogni contea si produceva un tipo di birra diverso, ed ogni produttore vantava la miglior birra dell'impero, anche se tradizionalmente la migliore era considerata quella del Wessex, nel sud-ovest del regno.



I re anglosassoni commemoravano i loro morti in battaglia con lunghi e fastosi banchetti (come ci testimoniano documenti medievali), durante i quali i nomi dei caduti venivano salutati con lunghi brindisi con la birra. 
Nel celebre epos anglosassone Beowulf,  l'eroe affronta il  mostro Grendel - che era solito uccidere e mangiare i commensali dei banchetti proprio perchè questi si attardavano troppo a bere. Anche Beowulf  è un grande bevitore di  birra, ma l'eroe ha il dono di non ubriacarsi, mentre gli uomini della sua squadra cadono uno dopo l'altro a terra ubriachi. Ovviamente Grendel ha gioco facile con loro, e così il povero Beowulf é costretto a combattere da solo e vincere, uccidendo infine l'odiato mostro. 



Anche in Inghilterra però - come in Germania -  la birra veniva aromatizzata con le spezie più diverse, così, già nel 1200, si crea il codice di Hywel Dda, con il quale si dettano regole di produzione e di mercato, stabilendo pesanti sanzioni per i contravventori.
Soltanto dopo il 1400 però  comincerà la vera produzione industriale, ed il consumo aumenterà, e quindi nel 1454 Enrico IV concede la prima patente di fabbricazione della storia inglese, alla Brewers' Company (Corporazione birraria).


Come si sviluppa la storia della birra nel medioevo italiano?  anche in  Italia - malgrado la prevalenza storica del vino - alcune popolazioni sub alpine sono contagiate dalla bevanda "barbara", e forse la prima città dove venne prodotta localmente della birra fu Pavia, essendo capitale longobarda nel V° secolo.  Poi furono gli stessi conquistatori longobardi ad insegnare la lavorazione ai locali, forse dopo aver esaurito le loro scorte originali. Ma quelle produzioni durarono probabilmente solo per il tempo dell'invasione longobarda.

Un grande sviluppo al consumo ed alla produzione della bionda bevanda in Italia è però legato all'imperatore Barbarossa: con lui infatti arriva in Italia la birra vera, quella  prodotta dai tedeschi. Tra gli italiani però il consumo di birra stenta a crescere, poiché la bionda bevanda é strettamente collegata al nordico invasore, quindi guardata con sospetto, se non con vero rancore.


I frati dei conventi invece attribuiscono alla birra poteri medicinali, e  quasi ogni Abbazia in Italia produce la sua birra nel medioevo, spesso tramandndone l'uso sino ai nostri giorni.  Ma la birra non viene ancora considerata vera bevanda da tavola,  perchè  somministrata ai convalescenti come ricostituente, o alle partorienti per produrre più latte, oppure  ad altri malati. E' una birra forte, densa, corposa, carica di zuccheri e proteine. Le famose birre d'Abbazia belghe ne conservano tuttora la memoria storica.
Il nome stesso che in Italia si attribuisce alla birra è diverso: Cervogia, (la cui eco oggi resta nel suo nome spagnolo, Cerveza, appunto...) con chiara derivazione da "cereale"che risale a sua volta da Cerere, la dea romana del raccolto e delle messi, del grano e dell'orzo, la Grande Madre della Terra dalla quale scaturisce la vita.


martedì 18 settembre 2012

L' Oktoberfest di Monaco: Una piccola guida aggiornata (2)


Come promesso nel post precedente, ecco la seconda parte del nostro breve viaggio alla scoperta dell'Oktoberfest di Monaco: oggi proponiamo una vera - seppur breve - guida agli avventori in terra Bavarese, in cui cercheremo di dare consigli e suggerimenti. Qui troverete forse anche dei concetti già accennati nel primo post dedicato all'evento, ma - come si dice - repetita juvant

Questa piccola guida  si propone di dare delle dritte a tutti i prossimi visitatori della kermesse "luppolosa" bavarese, soprattutto a chi ci va per la prima volta, e nasce dall'esperienza pluriennale del sottoscritto, come utente e come accompagnatore di gruppi italiani negli anni passati (quindi anche da sobrio).
  
La guida è questa:
Sfatiamo subito un mito: nel caso in cui decidiate di visitare Monaco espressamente per partecipare alla bolgia birresca in Ottobre, beh, state atenti alle date. Quest'anno la festa si svolge dal 22 settembre al 7 Ottobre! Quindi, malgrado il nome possa ingannare, la vera festa è settembrina, ergo evitate di aggirarvi con macchine, camper o a piedi nel bel mezzo di Ottobre a Monaco: vi prenderanno per pazzi, o - nella migliore delle ipotesi - vi dirotteranno verso la famosa Hofbräuhaus, deliziosa e storica birreria al centro di Monaco.

La sede principale della HB a Monaco

Capitolo trasporti: molti visitatori italiani si affollano durante il secondo weekend della festa (e gli indigeni lo sanno bene, quindi si attrezzano con depliants italiani, souvenirs italiani ecc ecc..) arrivando con camper e roulottes. Se vi spostate con tali mezzi, preparatevi a rimanere fuori del centro storico della città. Gentili ma inflessibili poliziotti vi stopperanno all'uscita dell'autostrada (mentre voi proseguite in direzione Zentrum) e vi dirotteranno verso uno dei tanti campeggi -lager allestiti ai margini della città, ovvero - normalmente - proprio in un'altra città, tra Rosenheim e Landsberg... Di lì avrete la possibilità di arrivare al centro via S-Bahn (un trenino di superficie che poi diventa Metro in città). Non insistete ad addentrarvi con le auto.

Se invece avete optato per treno/ aereo/ auto propria, cercate una pensione e/o hotel preferibilmente dalle parti della stazione: tra Goethe Strasse, Schiller Strasse, Bayer Strasse, Arnulfstrasse ce ne sono di carini, abbastanza puliti e a buon mercato. Cercate pure su internet (magari affidatevi a TripAdvisor) e poi prenotate in fretta!! Calcolate che il periodo dell'Oktoberfest è considerato alta stagione, quindi con la fascia di prezzi più alti.
Una postilla: se venite con auto propria, cercate una sistemazione che vi offra un parcheggio privato, magari anche a pagamento, altrimenti il gioco non vale la candela.

Isartor: una delle antiche porte di Monaco che segnano l'inizio del centro storico
  
Nessuno a Monaco vi parlerà dell'Oktroberfest, la parola indigena più usata è Wiesn (contrazione di Theresien-Wiese, dal nome del prato/parco in cui si piantano i tendoni dei produttori di birra), quindi non sorprendetevi se questa parola risalterà ovunque in città, mentre il termine Oktoberfest sarà molto meno presente.

Una volta approdati alla Wiesn, stanchi ed assetati, sarete accolti da una sorta di mega luna park con le tipiche attrazioni della fiera di paese: dalle temibili montagne russe, al calcinculo, dal trenino tipo brucomela alla casa degli specchi (dove si mormora siano ancora dispersi dei turisti ubriachi di Como dal 2005...). Di tendoni nemmeno la traccia. Allora? beh, in realta ai lati dello stradone - luna park, sono in bella vista delle megastrutture di legno, tipo enormi baite tirolesi, il cui interno può ospitare fino a 6000 persone (sic!) e sono caratterizzate dal logo della rispettiva birra: HB, Paulaner, Loewenbraueu (col tipico leone), Franziskaner ecc... Ecco. Queste sono le mitiche Zelten (=tende).

La Zelt della Paulaner durante la sfilata inaugurale

Nelle ore di punta (cioè dalle 11 in poi, oppure quando fuori piove, evento comune...) molte Zelten saranno piene fino all'orlo, allora cartelli o messaggi su display avvisano che il luogo è chiuso per sovraffollamento. In questo caso le file bibliche che si formano davanti alle entrate (di norma 4, anche se in realtà le laterali son più uscite di emergenza) saranno inutili. Meglio spostarsi un po' e non far innervosire quei simpatici signori della security in nero, vagamente minacciosi nell'aspetto (lo sono davvero), solitamente ingaggiati tra le palestre di boxe più infime di Monaco.. 
P.S. i sopra citati energumeni a stento parlano tedesco, diciamo che biascicano il bavarese, di inglese nemmeno a parlarne, ergo evitate frasi tipo "please I want to come in and drink!"

La security crea un cordone di sicurezza

Una volta dentro il tendone (agognata meta) cercate un posto a sedere, anche uno strapuntino in un tavolo di australiani brilli è ok. Se rimarrete più giorni sarebbe consigliabile addirittura prenotare un tavolo, ma la possibilità è molto bassa.. In piedi nessuna Kellerin vi servirà da bere. Quindi - se in gruppo numeroso - optate per la suddivisione in piccoli gruppi e datevi appuntamento preferibilmente all'esterno accanto ad un luogo noto (non basta dire "ci vediamo qui fuori" quando fuori ci sono 120.000 persone vestite simili...), ben visibile ed evidente. Ricordate che all'uscita sarete forse brilli, quindi i colori e le forme per lo più saranno indistinguibili... Seduti? Ok! Godetevi la birra!

Tipica folla da sabato pomeriggio alla Wiese...

Non chiedete birre piccole o altre bevande. E' inutile, a mano che non siate nella Zelt della Franziskaner dove si può ordinare una Hefe da mezzo litro. Di solito però la misura tipo è un Mass (più o meno un litro), anche se la birra non raggiunge mai l'orlo. Un Mass quest'anno costa tra 9,10 e 9,50 Euro. Calcolate sempre che le Kelerinnen vivono di mancia, quindi scordatevi il resto. Preparatevi a pagare in turno, ovvero se siete 4 ogni partecipante paga un intero giro, poi il 2° pagherà tutto e così via... 

Un tipico Mass

Se prendete un Mass all'esterno della Zelt, nello spazio riservato al Giardino con altri tavoli, vi si chiederà un Euro in più come Pfand, ovvero cauzione. Avrete un gettone di plastica da 1 Euro che poi dovrà essere riconsegnato insieme al vuoto alla cassa. Così riavrete indietro i soldi da reinvestire...

A propos Kellnerinnen: alcune molto carine, altre invece sono nerborute copie al femminile del nonno di Heidi, tutte comunque indaffarate e molto concentrate sul proprio lavoro, e sempre (sottolineo sempre) in contato visivo con le bodyguards si cui sopra. Quindi, a meno che che loro apprezzino palesemente il vostro approccio e quindi facciano una pausa per sedersi al vostro tavolo (evento raro, ma capita), evitate di infastidirle, a meno che non vogliate essere trascinati via per un'orecchio all'esterno e/o malmenati dai nerboruti men in black. Meglio puntare sulle turiste straniere brille che sicuramente non mancano (le americane o le australiane sbronze sono quasi una garanzia..).

Una tipica Kellnerin che trasporta 10 litri di bionda (sic!)

Il Cibo: nella Zelt - è ovvio - si beve. Molto. Si cantano a squarciagola canzoncine popolari tedesche o l'onnipresente Hey Baby (dello svizzero Dj Oetzi), si suda (tantissmo! anche se fuori è fresco/freddo dentro la temperatura e l'umidità vi daranno la sensazione di stare in una serra) ed ogni tanto si mangia. Se non altro per quietare l'alcol in pancia. Un vero Must da Oktoberfest sono le gigantesche Brezel (o Brezn in Bavarese), croccanti, salate in superficie che però aumentano la sete. Per andare più sul sostanzioso, optate per il pollo (mezzo pollo) con gnocco di patata (Hendl mit Kartoffelknoedel) oppure per i sempreverdi Wuerstel con Suerkraut (crauti).

Arriva il pollo con i canederli di patate !
  
Servizi igienici: ben individuabili ovunque, all'esterno dei tendoni, guardando in alto agli incroci delle strade, vedrete spesso un cupido con arco e frecce che indica verso un doppio zero (00): quella è la direzione per raggiungere i pissoirs più vicini. Un po' di problemi in più - come sempre - per le signore, con file più lunghe ed attese più snervanti..

Il cupido della pipì indica la strada

Soddisfatta la gola, il palato e con l'ugola annientata dall'alcol e dalle canzoni, potrete uscire a rivedere le stelle. Soprattutto se calcoliamo che vi siete entrati attorno alle 10 e sono già le 20... Non dimenitcate che le Zelten chiudono immancabilmente attorno alle 23!! Fuori farà fresco, ed umido, e voi sarete tentati dal portarvi a casa il solito boccale - souvenir senza pagare! Errore gravissimo! Gli italiani sono noti in tutta la Baviera per questa usanza poco civile, e spesso identificati al volo dalla security grazie agli immancabili zaini Invcta che suonano come campanelle natalizie all'uscita dal tendone. Se proprio volete (ma, ripeto, è vietato!!) provare il brivido il consiglio è quello di suddividere il bottino in più persone, in borse più grandi, mai mettendo insieme 2 bicchieri che suoneranno all'unisono (ma ripeto è vietato!!). Poi sperate che non vi controllino comunque.

 Capitolo: Souvenirs (ufficiali): lungo la Wiesn troverete stands e baracchini pieni di improbabili (ma amatissimi) cappelli di peltro da fungo bavarese, T-shirt vagamente ironiche inneggianti all'ubriachezza (Ok, ne ho una anch'io, ma è un peccato  di gioventù...) e tantissimi cuori di Marzapane (immangiabili, da parata!), vero status symbol della festa. Ogni cuoricino riporta un motto amorevole, ergo sono per lo più destinati alle vostre donzelle. Non è raro infatti vedere ragazze orgogliose di indossare al collo questi cuori odorosi di cannella a mo' di pendaglio, con la scritta "I Mog di!" (mi piaci, in bavarese) o simili, mentre è inopportuno che i ragazzi un po' sbronzi ne mettano al collo uno, magari passeggiando insieme all'amico di sbronza...

Sfilata di cuoricini di marzapane per i più romantici
  
Ultimo capitolo: the long way home. A meno che non siate stati fortunati ed abbiate trovato un hotel o pensione nelle vicinanze della Wiese, per tornare in centro dovrete prendere la U-Bahn (Metropolitana) alla stazione di Theresienwiese. Durante la festa funziona fino oltre le 01.00 di notte (poi solo i taxi) ma più ci si avvicina all'ora di chiusura, maggiore sarà la fila per entrare nei vagoni, e la ressa. La security lungo i binari spesso usa modi un po' pesanti per fare entrare i blocchi di persone nei vagoni. L'importante è lasciarsi trasportare dalla marea, in un certo senso, e darsi appuntamento con eventuali amici a terra alla stazione prescelta.

Tutti a casa, ma con calma...


Buon viaggio e buon divertimento (Viel Spass ) !

lunedì 10 settembre 2012

Settembre: Tempo di Oktoberfest (parte 1)

Settembre:  è (quasi) tempo di partire. Ma dove si va? Ma in Baviera, chiaramente! e più precisamente a Monaco, la culla della birra chiara e delle Bretzel, del pollo e del "Knoedel" di patate, insomma, si va all'Oktoberfest !

E qui parte il primo dubbio: " ma perchè si chiama Oktoberfest se poi si festeggia a Settembre?"
Per rispondere a questo ed altri piccoli quesiti attorno alla festa alcolica più amata nel mondo, abbiamo deciso di scrivere 2 post "esplicativi", perchè viaggiatori informati sono viaggiatori felici !

Oggi quindi ci occupiamo di qualche breve informazione di carattere generale, una sorta di veloce Q&A che speriamo sarà utile e divertente.
Il prossimo appuntamento sarà invece una sorta di post-guida, con consigli ed avvisi ai naviganti in  terra di Baviera, una piccola Guida all'Oktoberferst tutta per voi.

Iniziamo quindi con i quesiti:

  • D: Perchè si chiama Oktoberfest, visto che si festeggia da Settembre?  - R: La prima edizione dell'Oktoberfest si tenne nel 1810, in occasione del matrimonio del Principe Ludwig di Baviera, ed i festeggiamenti ebbero luogo dal 12 al 17 Ottobre, chiudendosi con una gara equestre. Negli anni seguenti gli organizzatori, non essendo più legati alla data delle nozze, decisero di anticipare l'inizio della festa (e quindi prolungarla) a Settembre, anche per sfruttare migliori condizioni meteorologiche. 
  • D: Quando si terrà l'edizione 2012? - R: L'inizio ufficiale è Sabato 22 Settembre, e la festa finirà il 7 Ottobre 2012. 
  • D: Come inizia la festa? - R: L'inizio della festa coincide con l'apertura delle Zelten (i tendoni sotto i quali si beve e si mangia..) e l'incipit - come ogni anno - lo darà il Sindaco di Monaco alle 12.00 in punto, infilando una Zapf (ovvero un rubinetto di legno) con  tre colpi di martello nella prima botte, spillando il primo boccale di birra. Questo gesto rituale è accompagnato dalla frase (in dialetto bavarese): "O Zapf iss !" - ovvero: Adesso c'è il rubinetto, o qualcosa di simile in italiano.... Da questo momento tutti potranno entrare nelle tende ed occupare i tavoli !

  • D: Quanto costa il classico boccale di birra quest'anno?  - R: Il "Mass" (quasi un litro) costa tra i 9,10 ed i 9,50 euro, ergo mettete in conto 10 Euro, poichè le Kellerinnen (le cameriere) vengono pagate anche con le mance, e con questa cifra scordatevi il resto...

  • D: Si può fumare nei tendoni? - R: Assolutamente NO ! da qualche anno sono no smoking zone, ed anche volendo, vi renderete subito conto che il fumo nella struttura renderebbe l'aria ancora più irrespirabile...

  • D: I bambini possono entrare? - R: Dipende dall'età:  i bambini sotto i 6 anni devono comunque lasciare la Zelt alle 20.00 di sera con i loro genitori.
  • D: Dove si svolge la festa? - R: Nel grande parco parco giochi chiamato Theresienwiese, che i locali spesso contraggono in "Die Wiesn' " il nome con cui chiamano la zona, e conseguentemente anche la festa. Il parco si trova all'estremità sudovest di Monaco, ben servito dalla linea U4 della metropolitana, ad una sola fermata dalla stazione centrale. 

  • D: Quali sono gli orari di apertura? - R: Il parco (con Luna park, giochi, ed ogni tipo di attrazione) apre verso le 9,00 ma le tende possono servire birra dalle 10,00 (Il sabato e la domenica dalle 9,00) alle 22,30. L'ora di chiusura è  molto rigida. Succede spesso che gli italiani non lo sappiano, e sperano di iniziare il giro delle tende magari di sera, tipo pub crawl, mentre qui si beve molto ma si smette presto, quindi fate attenzione!

  • D: Dove si può soggiornare? - R: Se venite con camper o  roulotte, prima di entrare nel Ring di Monaco (la circonvallazione) sarete guidati verso i campeggi autorizzati, Se volete invece dormire in Pensione o in  un Hotel, la zona compresa tra Sonnenstrasse - Stazione Centrale - Schwanthaler Strasse - Bayer Strasse (quindi dalla stazione alla Wiese, più o meno..) è piena di hotel e pensioni per tutte le tasche. Volendo essere sicuri di non dover dormire in strada è meglio comunque prenotare, magari attraverso qualche sito on line...
  • D:  Cos'altro si può vedere a Monaco? - R: Monaco è una città bellissima, avendo tempo ed essendo sobri, il centro storico, con la celebre Marienplatz, e la sede della HB subito dietro, oppure il mercatino di Viktualienmarkt, valgono sicuramente una giornata. Consiglio anche il grande parco pubblico Englischer Garten ed il quartiere universitario di Schwabing.


Questa era la prima parte dedicata a Monaco ed alla sua festa. Il prossimo post sarà invece una vera piccola guida a ciò che si può e deve fare (e cosa NON si deve fare..) nel capoluogo bavarese in questi giorni !
Bis bald. 

sabato 1 settembre 2012

Un Menestrello in Pizzeria....

Pochi giorni fa' uno dei grandi nomi della musica italiana tout-court ha regalato a Narni un suo straordinario concerto: Angelo Branduardi, l'eterno menestrello, autore e esecutore sublime, ha suonato nel Parco pubblico di Narni scalo in occasione del 3° memorial MMM, di fronte ad oltre 1500 persone rapite dalla sua musica.

Tra gli spettatori anche i membri dello staff di Grano e Sale, tra cui la giovane, intraprendente Chiara Posati, appassionata di musica ed eccellente testimone "letteraria" degli eventi narnesi, in quanto anche collaboratrice del sito Cronache24.it, su cui scrive di cultura e spettacoli.
Bene, al termine della serata il musicista è magicamente apparso nelle sale di Grano e Sale, e queste sono le impressioni personali di Chiara (che oggi comincia a collaborare con il blog proprio con questo intervento) all'apparizione inattesa di Branduardi nel locale:

" ...e poi è arrivato lui, come venuto dal cielo ad illuminare la nostra serata con il suo sorriso e quel fascino che solo un Artista sa trasmettere. Un vero onore ospitarlo... Un piacere unico ricevere i suoi complimenti...Perchè quando l' "Angelo" della musica apprezza, non solo i nostri sapori, ma anche le nostre scelte musicali non esistono parole per descrivere la soddisfazione."

Ed ecco una foto a testimonianza dell'incontro (il Maestro tra Chiara e Massimo):



Grazie a Chiara per le belle parole ed a presto !