Partiamo da un film: una delle opere "cult" di Woody Allen è senza dubbio "Broadway Danny Rose", del 1984, opera in cui proprio un ristorante, il Carnegie Delicatessen Restaurant di New York, gioca un ruolo chiave: qui infatti si incontrano i personaggi che ricorderanno le gesta "eroiche" del semi-fallito talent scout Danny Rose, con tenerezza ed allegria, e che rappresentano un po' il coro di questa commedia umana dello show business di New York.
I personaggi mangiano italiano, molti di loro sono di origine italiana, altri invece ebrei (come il protagonista ed Allen stesso d'altronde, regista che deve molto all'umorismo Yiddisch di Graucho Marx..) e comunque tutti orgogliosamente Newyorchesi che amano la cucina italiana sopra ogni cosa.
La colonna sonora della loro chiacchierata iniziale è una canzone di un curioso crooner italo-americano, tale Nick Apollo Forte, che canterà lo stesso pezzo anche durante un pranzo di cerimonia - come si addice alla tradizione dei matrimoni italo-americani - più avanti nel film.
La canzone in questione si chiama "Agita" e la lingua usata è un curiosissimo mix di italiano ed inglese nella pura tradizione di Brooklyn, un testo che vale la pena trascrivere qui:
“Agita“
(by Nick Apollo Forte)
Una two!
Agita
My cumpà in the panzo
When I eat, he gets a treat
Like a canzò
He enjoys every meal
Every bite that I steal
Agita
My cumpà in
the panzò
Za da da da
da|boom cha boom cha
Some people like their pizza, some
people like-a suffrite
And others like hot pepper on
everything they eat
You’ll hunger with a vuole to taste
that baccalà
Then all at once you think, ”Will I
answer to cumbà?”
Ba ba ba ba
bum|cha cha dum
My lovely, lovely woman, I hate to
see her cry
But when I start to mangia, I get
the evil eye
My vuole’s getting stronger
Ah, the hell with my cumpà
Then I get it from my woman, che te pozzeno schiattà
Agita
My cumpà in the panzo
When I eat, he gets a treat
Like a canzoò
He enjoys every meal
Every bite that I steal
Agita
My cumpà in the panzò....
Nel testo si nota una radice dialettale imprecisa, come spesso avviene per la percezione degli americani dei nostri dialetti (in una serie famosa, i Griffin, il parlare/gesticolare imitando l'italiano è ritenuto sufficiente per farsi capire...) e parole tipo "cumpà" e "panzo", ma anche termini gastronomici come pizza, suffritte e baccalà e persino una parolaccia (non percepita tale però dagli americani) come "Che te pozzeno schiattà" !
Insomma: l'immaginario culinario italiano negli USA si è a lungo nutrito anche di queste commistioni tra italiano ed inglese, e la musica, il cinema e persino la TV fanno la loro parte per tramandare una sorta di "affettuoso pregiudizio" sulla vera natura dell'italianità.
.....e noi schiattiamo di risate! :-D
RispondiEliminafilm assolutamente da recuperare
RispondiEliminaThere's another subtitle with slightly different spellings, but it's just as ridiculous:
RispondiEliminaUna, two...!
Agita, my gumba, in the banzone
When I eat, he gets a treat like a canzone
He enjoys every meal, every bite that I steal
Agita, my gumba, in the banzone
Shaba-daba-dam
Shaba-daba-dam
Some people like their pizza, some people like-a suffrite
And others like hot pepper on everything they eat
You hunger with a vuole to taste that bacala
Then all at once you think "Will I answer to gumba?"
Ba-ba-ba-ba-bam
Ba-ba-ba-ba-bam
My lovely, lovely woman, I hate to see her cry
But when I start to mangia, I get the evil eye
My vuole's gettin' stronger, ah, to hell with my gumba
Then I get it from my woman, che de botts a na sciatta
Agita, my gumba, in the banzone
When I eat, he gets a treat like a canzone
He enjoys every meal, every bite that I steal
Agita, my gumba, in the banzone